Chernobyl 25 anni dopo

Oggi è il 25° anno dalla tragedia di Chernobyl. Non si è parlato molto di questo aniversario, nonostante quanto sia accaduto poche settimane fa a Fukushima e nonostante tra poche settimane avremo (forse) la possibilità di esprimere il nostro parere a riguardo delle centrali nucleari nel nostro paese. Ma sono cose brutte, che rattristano la gente, allora perché parlarne? Questo penso sia il pensiero dei direttori dei telegiornali italiani. Di altri programmi di approfondimento (che non sia politico) praticamente non ne esistono, quindi nessun problema. E’ vero, sono cose brutte e che rattristano. Ma purtroppo sono cose che accadono, sono cose che sono accadute e se non cominciamo a modificare le scelte nostre e del nostro governo, purtroppo continueranno ad accadere.

I miei ricordi
Quando è accaduto il disastro di Chernobyl io ero piccola, e il ricordo principale che ho è che una mia compagna di scuola non poteva venire alle varie feste di Comunione (il periodo era proprio quello) perché sua mamma non voleva che andasse a giocare nei prati contaminati (a Parma!). Non per niente aveva anche fatto scorta di frutta e verdura per non so quanti mesi. Forse era un tantino esagerata. A casa mia comunque non sono mai state prese particolari precauzioni di nessun tipo. Con gli anni mi sono fatta un’idea di cosa sia successo, anche se non posso certo dire di comprendere pienamente tutti i meccanismi che stavano dietro una centrare nucleare gestita dai sovietici.

Cosa so adesso
Innanzitutto ho scoperto che il disastro è accaduto per un errore umano e che poteva benissimo essere evitato. Non è stato un vero e proprio incidente, ma è andato storto qualcosa durante un test. La centrale nucleare, contrariamente a quanto si pensi, non è situata a Chernobyl, ma a Pripjat', che fu fondata nei primi anni ’70 proprio per ospitare gli operai di Chernobyl. Era abitata da circa 50.000 persone. Chernobyl invece è situata a 30 km circa dalla centrale nucleare e 100 km a nord ovest di Kiev. E’ la terza città più grande dell’Unione Sovietica e l’antica capitale dell’Ucraina. Le evacuazioni dell’area iniziarono solo 36 ore dopo l’incidente, quando la maggior parte delle persone erano ormai già state contaminate. Circa 350.000 persone furono trasportate in varie zone dell’Unione Sovietica, mentre la nuvola radioattiva si spostava rapidamente in Bielorussia, (che fu la zona più colpita) e in alcune zone di Polonia, Cecoslovacchia, Ungaria, Romania e Yugoslavia nonché in alcune aree del Mediterraneo. Pripjat' è ora completamente disabitata, mentre a Chernobyl vivono circa 700 persone, per lo più anziani. Ci sono tuttora operai che lavorano alla centrale: è consentito loro lavorare per un massimo di 2 minuti al giorno indossando speciali uniformi protettive. Il loro stipendio è di circa 1.000$, che è 5 volte un normale stipendio di un operario della zona. Non c’è da stupirsi se molti di loro manomettono gli indicatori di radioattività per poter aumentare il tempo di permanenza alla centrale e guadagnare ancora di più.
Ci sono dei tour guidati a Chernobyl, e si può sostare nella città per brevi periodi, ma non penso sia nelle intenzioni di nessuno che conosco partecipare a uno di questi tour.

Di seguito alcune recenti immagini della città.

La foresta sta avvolgendo la città

La piazza centrale di Chernobyl

Il monumento ai volontari che cercarono di spegnere gli incendi nel reattore.


Un hotel


Una guardia apre e chiude i cancelli della zona di Chernobyl. L’accesso è consentito solo per brevi visite.

Com’era (1982) e com’è (2011) la città di Prypiat

Il segnale che indica l’accesso alla regione di Chernobyl

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